UN ARTIGIANO CON L’ANIMA DELL'IMPRENDITORE

Camminando tra la scuola di odontoiatria e la palestra, quasi tutti i giorni il giovanissimo Sandro Ferretti faceva una sosta alla pasticceria lungo la strada; osservava, ammirava… Quando è scritta nel destino può nascere anche così, una grande passione: di passaggio. La tappa successiva fu la scuola per imparare e perfezionare l’arte pasticcera; poi Sandro prese definitivamente la sua strada e, insieme ad alcuni fidati collaboratori, ampliò la panetteria di famiglia avviando la sua pasticceria. In poco tempo Ferretti diventò sinonimo di eccellenza a Roseto degli Abruzzi e, dal 1982, anche a Morro d’Oro.

Qui venne fondato il laboratorio, che oggi si è trasferito ed è diventato molto più grande, occupa 50 persone e, insieme ai negozi gestiti da Ferretti e i suoi figli, rifornisce clienti prestigiosi dai “grandi numeri”.
La formula è pressoché unica: una pasticceria artigianale che produce volumi industriali, dove quasi tutti i processi sono fatti a mano ma il controllo della qualità è rigorosamente scientifico. Nascono così ogni giorno 40.000 dolci monoporzione tra oltre 60 referenze.

La stessa perfezione Ferretti l’ha cercata nel caffè: la partnership con illy era da sempre tra i suoi progetti e persino l’estetica dei suoi negozi è stata pensata anche per valorizzare il blend, le tazzine e tutti i prodotti illy.

L’unione con illy ha segnato la storia di Ferretti come altri incontri importanti: con il suo mentore Iginio Massari, con Luigi Biasetto, con grandi imprenditori, con tutti i suoi collaboratori.

È la sua filosofia: non esiste persona che non abbia qualcosa da insegnare, e non esiste esperienza da cui non si possa imparare, perché migliorare sempre è la via per la crescita.

È così che si costruisce un futuro in costante ascesa. Oggi all’orizzonte ci sono un laboratorio ancora più grande ed efficiente, partnership sempre più significative e la valorizzazione del marchio Ferretti ai quattro angoli del mondo.

Qual è stata la richiesta più strana che abbia ricevuto?
Un dolce che abbiamo fatto per un magnate russo, rivestito completamente d’oro.

A chi ha sempre sognato di offrire il caffè o uno dei suoi dolci?
A persone che siano in grado di apprezzare la qualità.

Il cliente ha sempre ragione… Ma quando non ce l’ha?
Quando non è preparato. C’è molta formazione da fare.

Come definirebbe il suo rapporto con la macchina da caffè? Com’è cambiato nel tempo?
La macchina diventa una parte di te stesso, devi avere un dialogo, un feeling.

Al bar che tipo di cliente è?
Un osservatore.

Ora di punta: confusione, calca al bancone, rumori, cellulari che suonano, tante richieste e tutti hanno fretta. Come si lavora sotto pressione?
Bene se il lavoro è ben coordinato.

C’è un aspetto del suo lavoro che non le è mai andato giù?
No. Mi appassiona tutto. Il mio obiettivo è la crescita, nulla è un sacrificio.

Quanti caffè beve al giorno?
Dai 6 agli 8.

A casa chi prepara il caffè?
Nessuno, lo beviamo nel nostro negozio.

Che cosa sognava di fare da bambino?
L’imprenditore.

Qual è il consiglio più prezioso che abbia ricevuto?
Imparare sempre.

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