illycaffè per il quinto anno consecutivo partner del World Happiness Report

Nell’anno della pandemia, la Finlandia è ancora il paese più felice al mondo.  
L'Italia al 25esimo posto, in salita rispetto allo scorso anno.


L'edizione di quest'anno del World Happiness Report esamina le conseguenze del Covid-19 sul benessere nel mondo.

NEW YORK, 19 marzo 2021 illycaffè e la Fondazione Ernesto Illy per il quinto anno consecutivo sono partner del World Happiness Report, la classifica dei Paesi più felici al mondo, che quest’anno si è trovato ad affrontare una sfida unica: analizzare gli effetti della pandemia sul benessere individuale e collettivo.

“Sosteniamo gli studi sulla felicità attraverso illycaffè e la Fondazione Ernesto Illy per capire quali sono le determinanti della felicità e attuarle nel nostro contesto del caffè - spiega Andrea Illy, presidente di illycaffè e membro del CdA della Fondazione Ernesto Illy – riteniamo la felicità un prerequisito per qualsiasi transizione verso una società più sostenibile, tanto che il benessere dei nostri stakeholder rappresenta uno degli impegni statutari della nostra azienda. Una responsabilità importante in un momento come questo, in cui il mondo interno deve affrontare la pandemia, il cambiamento climatico e, più in generale, la crisi sistemica generata dall’insostenibilità degli attuali modelli economici e sociali”.

Il Report a un anno dalla pandemia
La pubblicazione del World Happiness Report 2021 cade in un momento in cui il Covid-19 continua a imperversare, poco più di un anno dopo che la World Health Organization ha ufficializzato la pandemia.

Gli effetti della pandemia sono stati diversi da Paese a Paese, anche in conseguenza alle politiche messe in atto dai singoli governi e alle condizioni di partenza del benessere e della fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità di appartenenza.

“Dobbiamo urgentemente imparare la lezione che ci ha dato il Covid - dichiara Jeffrey D. Sachs, presidente di United Nations Sustainable Development Solutions Network, l’ente che pubblica il report annualmente da nove anni - La pandemia ci ricorda tutte le minacce ambientali che ci affliggono, l'urgente necessità di collaborare e le difficoltà di ottenere tale collaborazione in ogni singolo Paese e globalmente. Il World Happiness Report 2021 ci ricorda che dobbiamo lavorare per il benessere piuttosto che per la mera ricchezza, che sarà davvero precaria se non miglioriamo il nostro modo di gestire la sfida dello sviluppo sostenibile”.

La Finlandia al primo posto in classifica, l’Italia cresce
Il World Happiness Report di quest’anno vede di nuovo la Finlandia in testa alla classifica, secondo i dati raccolti dal Gallup World Poll. Questo posizionamento è da attribuire principalmente alla fiducia della popolazione nei confronti della propria comunità, elemento che in questo momento di pandemia ha contribuito a proteggere il benessere delle persone. L’Italia sale dal 28esimo al 25esimo posto, nonostante l’anno terribile che abbiamo trascorso. A differenza di altri Paesi, secondo i ricercatori del World Happiness Report, la risposta dell’Italia al virus è stata insoddisfacente, principalmente per una scarsa adesione della popolazione alle misure richieste e i pochi controlli, nonostante le misure messe in atto nei primi mesi della pandemia fossero stringenti.

“Siamo stati sorpresi di vedere che in media non c'è stato un declino nel benessere generale, misurato sulla base della valutazione soggettiva delle persone e delle proprie vite - commenta John Helliwell, professore dell'Università British Columbia - Una possibile spiegazione è che la gente vede il Covid-19 come una minaccia comune ed esterna, che tocca chiunque e che ha generato un maggior senso di solidarietà ed empatia”.

“È stato un anno molto duro ma i dati mostrano significativi segni di resilienza, come la volontà di connessione sociale e la valutazione delle proprie vite” sostiene Lara Aknin, professoressa dell'Università Simon Fraser.

Covid-19 e mortalità
Il report ha cercato di rispondere a una domanda fondamentale: perché i tassi di mortalità sono così diversi nel mondo? Il dato è infatti molto più alto in America e in Europa rispetto ad Asia, Australia e Africa.

I fattori determinanti includono: l'età della popolazione, l'essere un'isola o meno, la prossimità ad altre zone altamente infette. Alcune differenze culturali, inoltre, hanno ulteriormente contribuito a modificare il tasso: la fiducia nelle istituzioni pubbliche; la conoscenza maturata in epidemia precedenti; la disuguaglianza nel reddito; la presenza di una donna come capo del governo e persino la probabilità di ritrovare i beni smarriti, come un portafoglio.

“L'esperienza dell'Asia dell'Est mostra che politiche stringenti non solo hanno controllato la pandemia in modo efficace, ma hanno anche contrastato l'impatto negativo dei bollettini giornalieri relativi alle infezioni sulla felicità delle persone” afferma Shun Wang, professore del Development Institute Coreano.

Benessere mentale
La questione della salute mentale è stata una delle grandi ricadute della pandemia, ma anche del conseguente lockdown. Quando la pandemia è iniziata, c'è stato un significativo e immediato declino nei livelli di salute mentale in diversi Paesi. Le stime variano molto a seconda dei criteri di misurazione adoperati, ma il dato qualitativo è simile. Nel Regno Unito, per esempio, a maggio 2020 il tasso generale di salute mentale è stato di 7.7% inferiore rispetto a quanto previsto se non ci fosse stata la pandemia. Il numero di problemi legati alla salute mentale è stato superiore del 47%.

“Vivere a lungo è ugualmente importante che vivere bene. In termini di numero di anni di vita 'felici' a persona, il mondo ha fatto grandi progressi negli ultimi decenni, che persino il Covid-19 non è riuscito a cancellare del tutto”, commenta Richard Layard, co-direttore del Well-Being Programme del Centre for Economic Performance della London School of Economics.

Ricadute sul lavoro
Come è facile immaginare, visti i vari lockdown dell'ultimo anno e il distanziamento sociale, la pandemia ha avuto un significativo effetto sul lavoro, limitando i contatti tra colleghi e causando un aumento del senso di solitudine e di isolamento soprattutto in chi già ne pativa gli effetti.

“Nelle mie ricerche precedenti, si è evidenziato come lavoratori soddisfatti sono del 13% più produttivi - racconta Jan-Emmanuel De Neve, direttore del centro di ricerca sul benessere dell'Università di Oxford - Questa ricerca dimostra che la felicità non dipende dalla busta paga e che i rapporti sociali e il senso di identità sono fattori molto più importanti. Queste conclusioni ci fanno pensare a un futuro del lavoro 'ibrido', con un maggiore equilibrio tra attività in ufficio e in remoto, in modo da poter mantenere le relazioni sociali più agevolmente e assicurare una maggiore flessibilità per i lavoratori”.

I capitoli del World Happiness Report 2021
Il report è disponibile dal 20 marzo al sito www.worldhappiness.report

Capitolo 1: Panoramica. La vita durante il Covid-19
John F. Helliwell, Richard Layard, Jeffrey D. Sachs, Jan-Emmanuel De Neve, Lara B. Aknin, and Shun Wang

Capitolo 2: Benessere nel mondo, Fiducia e Mortalità durante il Covid-19
John F. Helliwell, Haifang Huang, Shun Wang e Max Norton

Capitolo 3: Covid-19 Cosa ci insegna il caso dell'Asia dell'Est
Mingming Ma, Shun Wang e Fengyu Wu

Capitolo 4: Le ragioni del successo della regione Asia-Pacific nel reprimere il Covid-19
Jeffrey D. Sachs

Capitolo 5: Salute mentale e pandemia
James Banks, Daisy Fancourt e Xiaowei Xu

Capitolo 6: Rapporti sociali e Benessere durante il Covid-19
Karynna Okabe-Miyamoto e Sonja Lyubomirsky

Capitolo 7: Lavoro e Benessere durante il Covid-19: Impatto, Disuguaglianze, Resilienza e il futuro del lavoro
Maria Cotofan, Jan-Emmanuel De Neve, Marta Golin, Micah Kaats e George Ward

Capitolo 8: Vivere a lungo e bene: Il metodo WELLBY
Richard Layard and Ekaterina Oparina


Il World Happiness Report è una pubblicazione di UN Sustainable Development Solutions Network (UN SDSN), redatta sulla base dei dati raccolti dal Gallup World Poll. Sono inclusi anche i dati raccolti dalla Lloyd’s Register Foundation, il World Risk Poll e i dati sulla soddisfazione della propria vita raccolti durante il 2020 presi dal Covid Data Hub. Il Report è supportato dalla Fondazione Ernesto Illy; illycaffè; Davines Group; The Blue Chip Foundation; The William, Jeff, and Jennifer Gross Family Foundation; The Happier Way Foundation, Indeed.com e il brand di gelati di Unilever, Wall’s.

Gli autori del report:  Professor John F. Helliwell dell'Università British Columbia;l Professor Richard Layard, co-direttore del Well-Being Programme del Centre for Economic Performance della London School od Economics; Professor Jeffrey Sachs, Presidente di UN SDSN e del Center for Sustainable Development dell'Earth Institute; Professor Jan-Emmanuel De Neve, direttore del centro di ricerca sul benessere dell'Università di Oxford;  Professoressa Lara Aknin dell'Università Simon Fraser e Professor Shun Wang del Development Institute in Corea.

Fondazione Ernesto Illy e illycaffè sostengono il Report
Diventando società Benefit, uno status giuridico che illycaffè ha adottato nel 2019, l’azienda ha inserito nel suo statuto tre aree di intervento che rispecchiano i valori che intende perseguire. Uno di questi è proprio legato alla qualità della vita, che si realizza attraverso i principi della sostenibilità economica, sociale e ambientale e favorendo partnership globali finalizzate a questo obiettivo. La felicità dei dipendenti e delle comunità con le quali opera sono un’area di intervento fondamentale per l’azienda. Le altre aree di intervento sono l’impegno a preservare la catena responsabile del valore e dell’agricoltura sostenibile e quello verso l’economia circolare a beneficio del pianeta, che prevede il miglioramento dell’efficienza energetica e del consumo delle risorse per ridurre progressivamente le emissioni lungo la filiera.